I disegni di Rossella Roli

Il lavoro artistico di Rossella Roli sta incontrando una nuova stagione di fioritura, dopo un lungo periodo consacrato alla produzione delle sue valigie esistenziali, che hanno caratterizzato in modo assoluto la prima parte della sua opera. Il passaggio a questo secondo tempo della sua ricerca, avviatosi in modo intenso da circa un anno e mezzo e tutt’ora in pieno svolgimento, è contraddistinto in primis dalla scoperta della dimensione del disegno come orizzonte entro cui poter esprimere l’esigenza creativa e la prassi compositiva che è al centro del suo stile, e che aveva trovato nella creazione delle valige la sua via regia.

C’è qualcosa che in questo movimento dalle valige ai disegni Rossella Roli ritrova: è lo sfondo della sua lunga esperienza di lavoro in ambito grafico, che le permette di scommettere sulla forza del tratto e della composizione nel tessuto della superficie del disegno. Lo sforzo compositivo si riaggrega così dal volume delle valigie alla bidimensionalità del foglio bianco, ripresentando però in questo orizzonte le tematiche-chiave perlustrate da Roli nel primo periodo della sua produzione attraverso la costruzione volumetrica e gli assemblaggi storico-poetici delle valigie.

Fin dalla prima serie dei suoi disegni, chiamati “Rivolgimenti”, vediamo aggregarsi e incastonarsi nella struttura del disegno fotografie antiche (alcune tratte dalla vita dell’artista e della sua storia familiare, altre accuratamente ricercate) e citazioni di testi che l’autrice ritaglia su misura dalla letteratura psicoanalitica o femminista. I disegni presentano tematiche ricorrenti nel suo lavoro: serie di alberi senza radici, che poggiano su un terreno in movimento, espressione di una natura ancestrale, che oscilla tra il fiabesco ed il terrifico. Gli “Intervalli” accentuano questa connotazione che slivella la natura dalla presa del simbolo, e ne mostra la potenza vitale e inquietante, dando corpo a figure vagamente echeggianti a forme di vita preistoriche.

Le “Stratigrafie”, la più recente espressione del disegno dell’autrice, marcano in modo più forte il suo rapporto con l’esperienza di grafica, e presentano delle forme essenziali, embrionali e in divenire scandite da numeri, che incarnano il tentativo ai limiti dell’ossessività di dare una misura quantitativa, controllabile, di segnare un argine ad una natura refrattaria al controllo e non addomesticabile.

Domenico Cosenza

2016
Fuorisalone
Galleria MaMo
Milano | 12 - 17 Aprile